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PIANI DI ARTAVAGGIO
neve, pascoli e taleggio
Siamo a Moggio. Salite in funivia, fate presto, si parte: destinazione Piani di Artavaggio.
E’ormai diventato abituale salire su una funivia e ritrovarsi a guardare il mondo dall’alto. Ma non è sempre stato così. In una fredda mattina di febbraio del 1919 Arnaldo Sassi, uno degli scopritori dello ski (come si diceva a quel tempo!) sulle montagne valsassinesi, si affacciò, dopo una lunga camminata, sulla piana di Artavaggio. Davanti a lui si apriva una conca immacolata di neve polverosa, la cupola della Cima Piazzi e l’inconfondibile piramide del Pizzo Sodadura. Sassi e i suoi amici rimasero a bocca aperta. Dalla neve sbucavano solo i tetti di pietra delle baite, alpeggi che in estate venivano caricati per produrre taleggi dal sapore inconfondibile. Per decenni i pendii nevosi di Artavaggio vennero solcati da pochi coraggiosi scialpinisti che salivano con gli sci in spalla per poi godersi i pochi minuti di aria frizzante della discesa. I tempi mutarono e, cavalcando il boom economico e il fenomeno dello sci di massa, nel 1961 si inaugurò la funivia Moggio – Artavaggio e ben 7 sciovie.( Per saperne di più sull’epopea dello ski in Valsassina potete consultare “Cento anni di Sci in Valsassina, quando la Lombardia ha messo gli Ski”- Paolo Bellavite Editore).
Nel 1962 più volte vennero superati i 1500 passeggeri al giorno. Cinque rifugi lavoravano a pieno regine ma, sul finire degli anni novanta le scarse precipitazioni nevose costrinsero i gestori a chiudere funivia e skilift e la vita tornò ad essere quella di sempre con suoni di campanacci in estate e pace e silenzio in inverno. Nel 2006 si riaprì la funivia, vennero smantellati gli skilift e sostituiti con attrezzature per principianti.
I piani di Artavaggio si popolarono di un turismo nuovo fatto di ciaspolatori in inverno e di escursionisti nelle altre stagioni tutti amanti del buon cibo ed in particolare dei taleggi tondi e quadri che da secoli vengono prodotti negli alpeggi di Artavaggio. Ma siete arrivati alla stazione d’arrivo, è ora di scendere dalla funivia, salendo avrete ammirato l’aerea cresta che unisce la Grigna Meridionale alla Grigna Settentrionale, gli alpeggi del Pialeral e il tetto rosso della chiesetta di San Calimero. Ma cominciamo la nostra passeggiata.
Funivia Moggio-Artavaggio
0341918152
info@pianidibobbio.com
https://www.pianidibobbio.com
Rifugio Baita della Luna
0341997938
3337019748
baitadellalunaartavaggio@gmail.com
https://www.baitadellaluna.net/
RIFUGIO SASSI-CASTELLI
Appena scesi dalla funivia venite accolti da alcuni rifugi o alberghi. Per alcuni di essi è interessante spiegare l’origine del nome. Dopo poche centinaia di metri incontriamo il Rifugio Sassi-Castelli che prende il nome da due protagonisti dell’epopea esplorativa dello Ski in Valsassina e in Lombardia. Arnaldo Sassi fu tra i fondatori della Società Escursionistica Lecchese (S.E.L.) di cui fu presidente dal 1914 al 1935 e successivamente dal 1945 al 1963. A lui si deve la costruzione del Rifugio Grassi al Camisolo nel ’21 e del Daina (oggi Azzoni!) sulla cima del Resegone nel ’23 oltre che del rifugio Castelli proprio ad Artavaggio nel 1927.
Nel 1979 il suo nome venne associato a quello di Nino Castelli, un atleta fortissimo, che fu campione italiano di sci nel 1915 a Nava di Barzio proprio sulle nevi della Valsassina e campione di levatura internazionale di canottaggio. Purtroppo Nino si ammalò e morì a soli 27 anni nel 1925.
0341996084 (rifugio)
3317373651 (gestore)
3383348920 (gestore)
sassi-castelli@libero.it
http://www.rifugiosassicastelli.it/
RIFUGIO CASARI
Appena il tempo di superare la suggestiva Cappella della Madonna delle Nevi e vi troverete di fronte ad un altro rifugio che porta il nome di uno dei pionieri dello sci lombardo: Angelo Casari, l’alpino che per le sue capacità di sciatore , nel 1928, venne chiamato a far parte del gruppo al comando di Gennaro Sora che sulla nave “Città di Milano” doveva fare da squadra d’appoggio al tentativo di Umberto Nobile di raggiungere il Polo Nord a bordo del dirigibile “Italia”. Casari partecipò a mesi di ricerche e venne accolto in Italia da eroe. Fu un ottimo fondista (vincitore di un trofeo Parravicini) e maestro di sci. Costruì, prima dell’inaugurazione della funivia, ben due rifugi ad Artavaggio: nel 49 il “Casari Vecchio” e , nel 1959 “il Casari Nuovo” poco distante dal luogo dove sarebbe sorta la stazione d’arrivo della funivia.
0341996552
rifugiocasari@libero.it
http://www.rifugiocasari.it/
BIVIO PER PIZZINO (VALTALEGGIO – BG)
Sia in estate che d’inverno la perfetta piramide del monte Sodadura catturerà il vostro sguardo e vi invoglierà a salire fino ai 2010 metri della cima. Lasciatevi alle spalle la chiesa di Maria Santissima Madre della Chiesa inaugurata nel 1967 per permettere ai numerosissimi sciatori la messa festiva e fortemente voluta da Paolo VI che, da arcivescovo, aveva inaugurato la funivia il 5 settembre 1962. Ma lasciamo il sacro per il profano e cominciamo a salire verso il Monte Sodadura e la cima Piazzo, frequentatissime mete invernali di scialpinismo. L’ampio sentiero sale tranquillo passando in mezzo a mandrie di brune alpine che vi guardano benevole.
DEVIAZIONE ALPE MOGLIO
I piani di Artavaggio hanno un’antica tradizione di produzione di formaggi e ancora oggi potrete assaggiare ed acquistare taleggi quadri o tondi e formaggi semigrassi. Alla vostra destra potrete vedere la casera dell’Alpe Moglio.
Alto sopra di voi è evidente il Rifugio Nicola, riconoscibile da lontano per il tetto a forma di scintillante piramide che fa il verso alle linee perfette del monte Sodadura.
Al sopra, non ancora visibile da questa posizione, si trova lo storico Rifugio Cazzaniga-Merlini, che con i suoi 1900 metri è punto più alto della nostra escursione. Il rifugio domina da un’altura la piana e porta il nome di un altro pioniere dello sci lombardo: Giuseppe Cazzaniga anch’egli, come Nino Castelli, si distinse sia negli sport invernali che nel canottaggio sintetizzando lo stretto rapporto tra lago e montagne del territorio. Cazzaniga fu ufficiale degli alpini nella terribile guerra del 15-18 e fu decorato per le sue coraggiose azioni in quota e per la capacità di addestrare i suoi alpini sciatori. Cazzaniga morì improvvisamente nel 1927 a soli quarant’anni proprio mentre scendeva da Artavaggio dove aveva fatto da giudice ad una gara di sci. Nel 1952 il rifugio venne intitolato anche ad Ugo Merlini ufficiale degli alpini reduce della campagna di Russia e motore della Associazione Nazionale Alpini.
Rifugio Nicola
0341997939
3471472132
rifugionicola@infinito.it
http://rifugionicola.com/
Rifugio Cazzaniga Merlini
0341997839
0341531055
3489048152
3392476080
info@rifugiocazzaniga.it
www.rifugiocazzaniga.it
DEVIAZIONE ALPE PIAZZO
Poco prima di arrivare al Rifugio Nicola potrete affacciarvi verso la Val Taleggio (un nome gustosissimo!) e traversare verso destra sfiorando il monte Sodadura e puntando ad una visita all’Alpe Piazzo. Dopo questa breve escursione tornate sui vostri passi e percorrete, scendendo leggermente di quota, un breve tratto del bellissimo itinerario della Dorsale Orobica Lecchese, un cammino lanciato negli anni novanta ed in via di rilancio ai nostri giorni .
ALPE CAMPELLI
Arrivati alla Casera dell’Alpe Campelli potrete cominciare ad apprezzare la visione del gruppo dolomitico dei Campelli.
E’ ora di tornare, vi aspetta una piacevole discesa fino a Moggio, alla stazione di partenza della funivia. Davanti agli occhi avrete la conca di Artavaggio ricca di suoni di campanacci e la vista del Resegone e della Dorsale Orobica Lecchese che si spinge fino a quello splendido balcone sulla pianura che è il monte Linzone. Lo zaino potrà essere piacevolmente appesantito da un pezzo di formaggio acquistato in una malga.
Seguendo una strada agro-silvo-pastorale puntate alla Casera dell’Alpe Maesimo dove accanto ai bovini potrete vedere i cavalli che galoppano nel pascolo.
ALPE MAESIMO
Lasciata la Casera alla vostra sinistra continuate la discesa verso la Culmine di San Pietro, questi sentieri sono ricchi di una storia che di solito è ignorata dai libri. Centinaia di uomini e donne li hanno percorsi portando nelle gerle taleggi e altri tipi di formaggio che venivano messi a stagionare nelle Casere o nelle grotte della Valsassina, prima di partire per le tavole di mezzo mondo.
La strada è facile e piacevole, attraversa faggete ombrose e, anche in inverno, costituisce un facile e sicuro cammino per chi voglia con sci, ciaspole o scarponi percorrerla in senso contrario per salire fino ai piani di Artavaggio.
BAITA NOVA
Dopo una buona ora di discesa arriverete ad un punto, in prossimità della Baita Nova, da dove vi sarà possibile imboccare un sentiero tracciato di recente che, passando per le baite Penscei e proseguendo per il margine superiore dei pascoli delle Baite di Bongio vi riportererà al parcheggio in prossimità della stazione a valle della funivia Moggio-Piani di Artavaggio.