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PIANI DI BOBBIO
pascoli in conche dolomitiche
In un solo pomeriggio di una bella giornata invernale lo Zuccone Campelli, che sovrasta i Piani di Bobbio, vede passare sulle piste innevate più persone di quante ne avesse viste in tutti i secoli precedenti alla scoperta dello Ski.
Ma non dovete pensare che i Piani di Bobbio fossero luoghi deserti e disabitati. Sono sempre stati, e continuano ad esserlo anche oggi, pascoli perfetti con erbe profumate capaci di dare ai formaggi profumi e sapori indimenticabili.
Gli alpeggi di Bobbio hanno origini antiche. I suoi pascoli figurano tra gli estesi possedimenti dell’Abbazia di San Colombano situata nell’importante borgo di Bobbio, storica località situata, in provincia di Piacenza. Ed è proprio a causa di quest’antico possesso che i Piani di Bobbio portano questo nome.
Per secoli i Piani di Bobbio hanno costituito un importante pascolo oltre che un luogo di passaggio e scambio con la bergamasca Valtorta. E poi ci sono gli arrampicatori di ieri e di oggi e i percorsi in mountain-bike.
Iniziamo la nostra escursione.
Seguiteci, vi proporremo un’escursione perfetta per l’estate e l’autunno…
Volendo salire a piedi sappiate che sono un paio d’ore percorrendo una bella mulattiera che parte dal parcheggio nei pressi della funivia Barzio – Piani di Bobbio.
Oppure poco più di un’ora se, salendo da Valtorta, lascerete l’auto alle baite di Ceresola.
Per una soluzione più “comoda”, è possibile utilizzare la funivia Barzio – Piani di Bobbio.
Verificate sempre gli orari della cabinovia che cambiano durante l’anno
0341 996101 biglietteria Barzio
info@pianidibobbio.com
FUNIVIA – stazione a monte
Si arriva così a quota 1700 metri s.l.m. ed entriamo nella stazione di arrivo della cabinovia Barzio-Piani di Bobbio, prima di questa moderna cabinovia già negli anni cinquanta era possibile salire a Bobbio grazie ad una delle prime seggiovie lombarde che partiva direttamente dal paese di Barzio.
Dai finestrini della cabinovia avrete già scorto le mucche di razza bruna alpina o rossa pezzata che pascolano negli alpeggi: è il rinnovarsi di una tradizione antica di casari che, per fortuna, sta conquistando a questa antica professione anche qualche giovane.
Rifugio Ratti-Cassin
Appena incamminati verso i Piani di Bobbio incontrerete subito il rifugio Ratti-Cassin oggi completamente rinnovato e dotato di ogni tipo di comfort, ma anche ricco di una lunga storia che traspare già nell’essere intitolato a due tra i più forti alpinisti a livello mondiale: Riccardo Cassin e Vittorio Ratti, suo compagno in grandi prime ascensioni e morto combattendo i nazi-fascisti nell’aprile del ’45. Prima della seconda guerra mondiale il rifugio si chiamava “Savoia” ed apparteneva alla S.E.M. (Società Escursionisti Milanesi) che portarono sulle nevi di Bobbio migliaia di sciatori (la marcia del 1926 vide la partecipazione di 2723 concorrenti). Le Marce Popolari Sciistiche erano marce di regolarità a squadre che prevedevano un premio importante(la Coppa Zoia) per la società che avesse portato in gara il maggior numero di sciatori. La prima gara si svolse proprio ai Piani di Bobbio nel Gennaio del 1920. Il rifugio venne poi distrutto dai nazi-fascisti in tempo di guerra e fu venduto al CAI Lecco. Oggi è gestito da privati ed ha preso il nome di Ratti-Cassin
0341 911103
info@ratticassin.it
http://ratticassin.it/
Rifugio Sora-Casari
Sempre a poca distanza dalla stazione d’arrivo s’incontra il rifugio Sora- Casari gestito da Fulvio Casari, maestro di sci, guida alpina e figlio di Angelo Casari, l’alpino del polo, che agli ordini del Capitano Gennaro Sora fece parte della squadra d’appoggio della spedizione di Umberto Nobile al Polo Nord con il dirigibile Italia. Angelo Casari partecipò poi alle ricerche dei naufraghi della “Tenda Rossa”. Angelo Casari fu un ottimo fondista e sci-alpinista vincitore tra l’altro del Trofeo Parravicini nel 1936 e , nel dopoguerra, divenne una delle colonne dello sviluppo dello sci ai Piani di Bobbio.
0341 910563
ross.casari@hotmail.it
Santuario Regina dei Monti e delle Funivie
Ai piani di Bobbio anche se sembra prevalere, soprattutto in inverno, l’anima del turismo moderno legato ad uno sfruttamento intensivo delle risorse, esiste anche una realtà più antica fatta di tradizioni legate agli alpeggiatori ed agli escursionisti estivi ed autunnali. Negli anni sessanta in pieno boom economico venne costruito il santuario di Maria Regina dei Monti che il 22 agosto di ogni anno richiama alla chiesa, che avete appena incontrato sul vostro cammino, gli abitanti di Valtorta, Barzio e degli altri paesi vicini.
Monte Orscellera
Alla vostra destra vedete il monte Orscellera. In inverno è un frequentatissimo luogo di arrivo di una moderna seggiovia a quattro posti, per voi oggi è un balcone meraviglioso sull’intera Valsassina , sulla Grignetta(Grigna Meridionale) e sul Grignone (Grigna Settentrionale ) e vi regala la vista delle splendide traversate che li uniscono (la più impegnativa cresta della Traversata Alta e la più tranquilla e boscosa Traversata Bassa.
Bocchetta Pesciola
Siete arrivati alla Bocchetta di Pesciola, da qui parte il sentiero attrezzato detto degli “Stradini” che in poco più di un’ora permette ad escursionisti esperti di raggiungere i Piani d’Artavaggio.
Rifugio Lecco
A pochi passi da voi si trova il Rifugio Lecco del Cai Lecco. Avamposto storico per arrampicatori ed escursionisti situato quasi nel cuore dello Zuccone Campelli, il massiccio dolomitico che ha visto arrampicare sulla sua salda roccia i nomi più importanti dell’alpinismo italiano e non solo. C’è pane per i denti di tutti: dalla facile Cresta Ongania, alle classiche vie di Eugenio Fasana, Vitale Bramani (l’ideatore delle suole Vibram), Leopoldo Gasparotto, l’americano Alberto Rand Herron, Elvezio Bozzoli Parasacchi, Riccardo Cassin, Mary Varale, (c’è persino una via del grande arrampicatore triestino Emilio Comici) alle difficili salite di Eugenio Vinante, Luigi Castagna o di Giuseppe Alippi, il mitico“Det”. Non si possono ignorare poi tutte le vie moderne d’arrampicata sportiva dell’anfiteatro dei Campelli e la vicina e frequentatissima Falesia dell’Era Glaciale con chiodatura e piazzole di sosta recentemente rinnovate grazie ad un progetto della Regione Lombardia e della Comunità Montana della Valsassina.
0341 910669
333 7091605
davimichi@tiscali.it
Alpe Piani di Bobbio
Ma siccome non si vive di sola roccia sappiate che nei rifugi dei Piani di Bobbio o direttamente dagli alpeggiatori presso la Casera è possibile gustare e/o acquistare degli squisiti formaggi dall’inconfondibile sapore dato dai prodotti a latte crudo proveniente dalle mucche di razza Bruna Alpina o Pezzata Rossa. Il formaggio di alpeggio dei Piani di Bobbio vi incanterà con la sua compatta pasta gialla ed un sapore intenso con note di fieno che si intonano a meraviglia con un po’ di miele o con frutta fresca o accompagnandolo a qualche scuro boccone di pane di segale.
Bivio per Ceresola-Valtorta
A partire dagli anni ottanta sono stati realizzati, poi via via ammodernati, impianti di risalita che collegano la bergamasca Valtorta con i Piani di Bobbio.
Valtorta è un piccolo centro della Valle Brembana di circa trecento abitanti che grazie ad una latteria sociale che ha riunito una dozzina di piccoli allevatori ha permesso di mantenere una tradizione casearia importante con la produzione degli “Agrì” di Valtorta, un piccolo formaggio cilindrico di latte vaccino intero a pasta cruda che si può consumare fresco o entro una quindicina di giorni e che per le sue caratteristiche si è conquistato la certificazione di Presidio di Slow Food. Valtorta è sempre stato legata alla Valsassina e fino a non molti decenni fa le donne di Valtorta impastavano la “pasta di agro” e la portavano, a piedi, ben infagottata dentro le gerle o a dorso di mulo fino alla vicina Valsassina dove veniva lavorata per la produzione dei rinomati caprini. Sempre in Valtorta vale la pena di visitare il Museo Etnografico e gli altri luoghi di interesse che fanno parte dell’Ecomuseo di Valtorta
Bivio per rifugio Buzzoni e Grassi
E’ arrivata l’ora di scendere a valle. Per chi non ha bisogno di smaltire i formaggi assaggiati durante la visita o si sia troppo caricato di acquisti saporiti da condividere con gli amici consigliamo la discesa in funivia. Per i più sportivi che se la sentono di tornare alla stazione di partenza della funivia a Barzio con una lunga (3h.) ed interessante discesa, consigliamo di seguire il sentiero ( n°36 )che porta verso il rifugio Grassi.
Rifugio Buzzoni
Arrivati al passo di Gandazzo, scendere verso l’alpe Mota ed il rifugio Buzzoni per il sentiero 25. Siete stanchi? Potreste fermarvi a dormire al Rifugio Buzzoni , famoso per la sua squisita accoglienza. Se invece volete proseguire potete camminare fino all’Alpe di Tè e da lì prendete il sentiero n° 19 che vi riporterà alla stazione di partenza della funivia passando per le baite delle Alpi di Nava di Barzio dove fino agli cinquanta e sessanta vi erano numerosi nuclei famigliari.
0341 981175
3485827975
info@rifugiobuzzoni.it
www.rifugiobuzzoni.it
Agriturismo Al Pascolo
Se la camminata vi ha messo appetito, alle Baite di Nava, poco prima di ricongiungervi alla mulattiera che sale ai Piani di Bobbio, incontrerete l’Agriturismo “Al Pascolo” e potrete consolarvi della fine dell’escursione con i loro formaggi di capra, ultima tappa prima del rientro a casa.
334 8166892
Rifugio Stella
371 141 0649
giordanoindovina4@gmail.com
Rifugio Gran Baita
0341 999262
338 9385241
rifugio.granbaita@gmail.com
Rifugio Campelli
03411716658
rifcampelli@gmail.com
http://rifugiocampelli.it/
Rifugio Trifoglio
0345 87746
info@rifugiotrifoglio.it